Recentemente ho avuto modo di vivere quella che, almeno per ora, rappresenta la peggior esperienza di accoglienza domestica. Ospite presso il domicilio di una persona che affitta stanze tramite Airnbnb, mi sono sentita fin da subito tutto tranne che gradita. La mia “tranquilla 3 giorni di paura” è partita con la mancanza di comunicazione dell’indirizzo dell’appartamento, che ho dovuto indovinare consultando le informazioni sulle varie camere presenti sul profilo della host, per proseguire con uno sbrigativo “Fotografala così non me la chiedi più” alla mia richiesta della password wifi.

Non entro in dettagli decisamente poco onorevoli per la signora protagonista di questo post e mi limito a dire che la sua forma di interazione con gli ospiti sono stati gli SMS. Cosa ho imparato da questa esperienza? Prima di tutto che molte persone non condividono il mio personale concetto di pulizia – cinque stelle e piatti sporchi nello scolapiatti nel mio universo non sono compatibili – ma anche che l’accoglienza in generale è un concetto fondamentale in tantissimi ambiti.

Il tuo sito è come la tua casa: accogli gli ospiti nel migliore dei modi

In un contesto social caratterizzato da continue modifiche agli algoritmi, il sito è un punto di riferimento nodale che può essere gestito con maggior flessibilità. Ragionare in questo modo significa considerarlo a tutti gli effetti la casa del proprio business, indi come un luogo da curare senza lasciare nulla al caso. Questo cosa implica in concreto? Coinvolge anche i contenuti testuali? A mio avviso, assolutamente sì! Renderli funzionali a una buona accoglienza significa prima di tutto non esagerare. L’utente ha poco tempo e ha bisogno di arrivare nel minor tempo possibile al proprio obiettivo.

In poche parole, bisogna dare subito quello che la sottoscritta non ha ricevuto nel momento in cui ha comunicato l’avvenuto pagamento della prenotazione: un indirizzo.

Per un’accoglienza ottimale è fondamentale non lasciare al caso i dettagli al momento dell’arrivo dell’ospite. Ciò significa, nel caso specifico di un’abitazione, fornire la password wifi su un foglio, magari associato a una brochure dedicata alle cose più belle da vedere in città (ero in trasferta per lavoro e se avessi trovato del tempo non mi sarebbe affatto dispiaciuto un giro turistico).

Spostando la cosa all’ambito del sito web e ai contenuti testuali in particolare, si parla di aspetti che vanno dall’impaginazione, alla cura lessicale, fino alla scelta dei link a cui rimandare l’utente che è alla ricerca di un determinato servizio. Se per esempio vuoi che racconti la storia della tua azienda con un ebook, puoi guardare qui. Se invece vuoi vedere cosa ho scritto sul blog da quando il sito è online, il punto di partenza giusto è questo.

Ora la palla passa a te: hai mai avuto esperienze di tragica accoglienza domestica? Pensi che il tuo sito sia una casa ospitale per gli utenti che lo visitano e leggono i contenuti testuali? Se hai qualche dubbio in merito, contattami per iniziare a cambiare assieme le cose!