C’è una prima volta per tutto e io, da poco, ne ho vissuto una bellissima. Non capita tutti i giorni, almeno non a me, di aprire la mail e di trovare un messaggio che dice “Voglio lavorare sotto la sua guida“.
Mai pensato di poterlo essere, anche perché ho tantissime cose da imparare ancora io, sia a livello tecnico sia per quanto riguarda il modo di pormi. La richiesta però mi ha fatto riflettere e ho deciso di darle un po’ di spazio per “respirare” non solo nella mia vita quotidiana, ma anche in un post come quello che stai per leggere.
Di cosa parlerò? Di quello che ho imparato da un lavoro che mai avrei pensato di iniziare. Perché il mio sogno nel cassetto, un cassetto bello ampio e pieno di quelle emozioni che provi solo quando hai poco più di vent’anni, un amore perfetto accanto e la voglia di mangiare il mondo, era di fare la giornalista. La vita è andata diversamente per un elenco di motivi che, per la maggior parte, sono patrimonio intimo mio e di chi mi è molto vicino.
Ho iniziato, quasi da zero, un altro percorso e da questo ho imparato tanto. Cosa di preciso? Ecco una parte della risposta.
- Il testo online è un organismo vivo: uno degli esami che ho trovato più duri all’università è stato quello di filologia. Nonostante le difficoltà, mi ha insegnato a guardare ai testi come a qualcosa di vivo, di dinamico. Sul web questo aspetto si vive in prima persona ogni giorno, ed è bene abituarcisi. I singoli articoli, ma anche i progetti strategici più ampi, sono suscettibili di modifiche continue. Ecco perché è fondamentale mettersi in discussione e soprattutto formarsi continuamente per essere pronti a nuove sfide. La mia più recente è stata quella di scrivere dei pillar article (se vuoi sapere di cosa si tratta fai un giro qui, l’articolo è in inglese ma è molto chiaro e completo) su una tematica caratterizzata da un taglio molto soggettivo.
- La solitudine, a tratti, è pesante: lavorare scrivendo – anche sul web – significa passare lunghe giornate di solitudine. La cosa, a tratti, può rivelarsi pesante. Per spezzare il circolo è a mio avviso decisivo creare dei piccoli riti. I miei sono lunghe camminate durante le quali telefono a mia madre e chiacchieriamo di un po’ di tutto, a volte discutiamo, ma ci salutiamo sempre con quel sorriso che mi ricorda quanto sono fortunata ad avere non attorno ma proprio vicino persone speciali, che mi hanno insegnato a non arrendermi e ad avere la forza di cambiare anche quando è difficile.
- La gratitudine è fondamentale: personalmente non amo chi dice “Sono arrivato/a qui e non devo dire grazie a nessuno”. Ritengo che la gratitudine sia un sentimento fondamentale. In questi sei anni ho incontrato tantissime persone che la meritano, almeno per quanto riguarda la sfera professionale. Alcune di loro mi hanno aiutato a chiarire come non voglio essere, altre, invece, hanno avuto la pazienza di farmi capire dove sbagliavo, sia a livello tecnico, sia per quanto riguarda l’approccio emotivo. Chi vuole conoscere una di loro e farsi una bella vacanza a Minorca, può iniziare da qui!
Ho già un’idea per dare concretezza alle richieste di chi mi ha scritto la mail citata all’inizio del post. Non so come sarà il viaggio, ma sono certa che, almeno da parte mia, l’entusiasmo è alle stelle!
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