Sabato scorso ho partecipato a una seduta di arteterapia. Per chi non sapesse di cosa si tratta, riporto qui sotto una definizione molto chiara presa dal sito arteterapia.over-blog.it.

L’arte terapia utilizza in modo privilegiato modalità espressive non verbali, come la produzione artistica e l’uso libero e spontaneo dei materiali pittorici, con finalità di promuovere il recupero e lo sviluppo del nucleo creativo dell’individuo sul piano psicosociale, cognitivo ed affettivo, e quindi delle sue capacità   di comunicazione e relazione.


L’arte terapia affonda le sue radici sia nel campo dell’arte che in quello della psicoanalisi , ricavando da ambedue meccanismi funzionali al processo terapeutico e costituendo uno spazio intermedio in cui le due discipline si riflettono e si integrano.

arteterapia

Questa esperienza, che ha visto nelle vesti di terapeuta mia zia, una delle donne che mi hanno ispirato di più nel mio percorso, si è rivelata un ritorno, forte e bellissimo, al periodo in cui avevo contatto quotidiano con i materiali, dalla carta al pennello (sì, nel tempo libero dipingo).

Vedo le parole scorrere sullo schermo per la maggior parte della giornata e, in alcune situazioni, sento la mancanza della fisicità e della palpabilità degli strumenti di lavoro. Durante la seduta ho utilizzato materiali di ogni tipo, dalla fusaggine, al carboncino, alla china.

Ogni singola opzione si distingueva dall’altra anche per il rumore prodotto al primo contatto con il foglio. Questo mi ha permesso di fermarmi a riflettere sull’influenza delle parole. Scrivo considerando le esigenze dei motori di ricerca e i consigli di leggibilità, ma non devo mai dimenticare che ogni singola parola fa rumore. In che modo? Grazie alle figure retoriche prima di tutto.

La prima seduta di arteterapia mi ha aiutato a ricordarlo e a rimandare alla mente quanto la scrittura possa essere resa importante e consistente sotto diversi punti di vista, che partono appunto dal rumore delle parole, per imparare a riassaporarne un po’ l’essenza anche nella frenesia dell’online.