Ci ho messo un po’ a decidere di scrivere questo post, che tocca corde molto personali e riporta a galla nodi che sto sciogliendo a fatica.

Come sa chiunque abbia una minima dimestichezza con questo spazio e chi mi conosce personalmente, scrivo per lavoro da 6 anni. Ho scelto questa strada seguendo la passione di bambina e adolescente, affinando giorno dopo giorno la mia tecnica sulla base delle richieste dei vari clienti.

scrittura

Ho continuato a scrivere, a creare cercando di mettermi nei panni di altre persone (si trattava nello specifico di lavori di ghost blogging professionale), anche quando sono stata colpita da diverse forme di dolore. Nel 2015 in particolare ho fatto esperienza con differenti forme di perdita, dall’amicizia che si affievolisce dopo anni perché sono troppo lontani mondi e interessi alla perdita fisica ed effettiva di una persona amata.

Nel periodo in cui è avvenuto il secondo dei due fatti, ero da tempo lontana dalla scrittura creativa pura. Tanti pensieri, tanti impegni, tanta dedizione nei confronti di situazioni che non mi competevano. “Scrivi”, mi è stato detto.

Ritagliando del tempo totalmente libero, ho fatto di tutto per riprendere in mano la penna, poco convinta di poter conciliare la scrittura creativa – e catartica – con quella professionale. Ci sono riuscita, partendo da un quaderno sul quale ogni giorno trascrivevo i motivi per i quali ritenevo di dover essere grata alla vita.

Ecco cosa mi è rimasto di quel percorso:

La scrittura è un atto fisico vero e proprio

“Tu sei ferma alla scrivania tutto il giorno ma lavori con la mente”: ecco cosa mi ha detto qualche anno fa un’amica. Non è così vero. La scrittura è un atto fisico vero e proprio. Ho notato, soprattutto dopo il periodo della perdita fisica, che alzarmi ogni tanto dalla scrivania per fare stretching mi aiuta a essere più flessibile anche dal punto di vista mentale. Lavorare in questo modo mi ha permesso di rendere meno difficile il ritorno alla scrittura cartacea dopo 4 anni di web.

Non bisogna aver paura di fallire

Prima del 2015 era fortissima la paura di fallire, di non essere in grado di comprendere a fondo il tone of voice di un cliente. L’ho dimenticata pensando proprio alla scrittura come atto di crescita. Ho iniziato a valorizzare anche i singoli secondi in più di riflessione davanti ai video durante i quali parlavano le persone per le quali dovevo di volta in volta scrivere. Ho cominciato a considerare l’effetto delle singole parole anche sul web, le immagini, le allitterazioni.

In questo modo ho ripreso a vivere la scrittura online con entusiasmo e sì, anche con un po’ di divertimento.

Bando al timore di mettermi a nudo

Conciliare al meglio la parte creativa e la parte professionale della scrittura significa anche non aver paura di scrivere post come questo in uno spazio nato per motivi di promozione lavorativa. Dopotutto, anche quando il risultato è un testo per il blog di un medico, dietro il monitor c’è sempre una persona con le sue passioni e le sue domande.