Se stai leggendo queste righe, significa che, in qualche modo, sei consapevole dell’importanza che hanno i contenuti testuali per il tuo business e vuoi imparare a scriverli al meglio. Per raggiungere questo risultato, puoi percorrere diverse strade. La prima prevede la richiesta di consulenza da parte di un copywriter freelance. Per quanto riguarda le altre, le alternative sono diverse. Tra queste, rientra il fatto di smettere di adottare alcuni approcci che, molto probabilmente, hai effettivamente messo in atto o hai considerato. Quali sono? Nelle prossime righe ne ho selezionati quattro. Cosa aspetti a scoprirli?
Ispirarti troppo ai contenuti altrui
Ok, sai perfettamente che copiare i contenuti altrui, oltre a esporti a una quasi sicura accusa di plagio, è il modo migliore per andare incontro a una penalizzazione da parte del motore di ricerca. Ecco perché, molto probabilmente, hai semplicemente scelto di prendere ispirazione generale da un professionista o un’azienda del tuo campo di cui ti affascina la comunicazione. Bene, non esagerare. Dare troppo spazio all’ispirazione in questi casi significa soffocare la propria unicità, essenziale per distinguersi nel business.
“Per comprendere la nostra unicità dobbiamo capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti noi. Certamente cose belle come i valori, i talenti. Ma ci sono anche cose meno belle, come le paure, le fragilità”: queste parole del monologo di Drusilla Foer durante l’ultimo Festival di Sanremo – sì, lo guardo tutti gli anni e non me ne vergogno – le considero particolarmente adatte a chi ha bisogno di quella scossa per tirare fuori il meglio di sé e del proprio percorso professionale o imprenditoriale, dando vita a contenuti capaci di lasciare il segno.
Gli stessi contenuti per contesti diversi
Il flyer da consegnare al tuo potenziale cliente ha una funzione molto diversa rispetto al sito web. I suoi contenuti non devono tenere conto delle regole SEO. Inoltre, dovrebbero essere caratterizzati da un linguaggio capace di creare un impatto più immediato e, nel contempo, da un livello ottimale di essenzialità. Alla luce di ciò, pensare di riciclare lo stesso contenuto per più contesti è qualcosa di deleterio a dir poco.
Poca attenzione alle call to action
Un contenuto testuale, sia esso destinato al web o alla carta, è qualcosa di dinamico, uno dei tanti step di scoperta del mondo di un brand o di un professionista. Ecco perché, se si punta a dare spazio all’efficacia, non può assolutamente mancare l’attenzione alla call to action. Non importa che sia l’invito a lasciare un commento alla fine di un articolo o a seguire l’azienda sui social. Quello che conta è coinvolgere il lettore e farlo diventare parte attiva del percorso.
Poca cura della forma (tanto non li legge nessuno)
Scrivere di getto e trascurare totalmente la forma? Anche no! L’adagio “Tanto non li legge nessuno” relativo ai tuoi contenuti testuali è sbagliatissimo. Lo stesso si può dire per la scelta di infarcirli di keyword – approccio che i motori di ricerca hanno messo al bando ormai da anni – con lo scopo di arrivare alle prime posizioni nella pagina dei risultati. Così facendo si dà spazio a un’immagine di scarsa qualità agli occhi dell’utente e a una sicura penalizzazione da parte del motore di ricerca.