In questi giorni estivi, maggiormente deputati al relax e ai nuovi incontri, mi capita con più frequenza di sentire l’adagio “Ah, ma fai un lavoro bellissimo!” quando dico di cosa mi occupo nella vita. Non basterebbero tutte le dita che ho attaccate al corpo per contare le volte che ho udito questa frase. Ecco perché ho deciso di dedicarle un post e di spiegare perché scrivere non è sempre un lavoro bellissimo.
Attenzione all’alienazione
Come ben sa chi mi conosce personalmente, quasi tre anni e mezzo fa ho lasciato lo smog milanese e mi sono trasferita, per amore, a circa mezz’ora di treno dal capoluogo lombardo. Ho raccontato in diversi contesti questo cambiamento, che può sembrare banale ma non lo è affatto considerando che ho respirato la dinamicità meneghina fin da piccola e che l’ho lasciata con non poco dispiacere.
Se sei qui per la prima volta e vuoi saperne di più ti consiglio di leggere questo post, risalente al dicembre 2014 e ospitato da uno spazio che amo e che vale la pena scoprire!
Tornando a noi, è innegabile non specificare che il trasferimento in un contesto provinciale piccolo, in certe ore del giorno anche un po’ sonnolento, può portare all’alienazione se si lavora da casa. Questo nonostante gli impegni familiari. Ecco perché scrivere non è sempre un lavoro bellissimo e perché cerco sempre di dare spazio a dei rituali che diano maggior senso alla giornata.
Un esempio? Un’ora di camminata al giorno – se riesco – per riordinare le idee e sì, in alcuni casi anche per metterle in secondo se non in terzo piano. Dopo anni e anni di frenesia mentale ho deciso di concedermi il lusso di avere la mente vuota e di non aver paura dell’eventuale sindrome del foglio bianco, che riguarda anche chi scrive sul web. Ci sono le parole chiave, ma poi deve arrivare la creatività, la capacità di parlare al cuore delle persone che vogliono migliorare la propria vita con un determinato prodotto o servizio.
Il cliente è una persona con i suoi dubbi e le sue paure
Il cliente, anche il migliore, non è un semplice erogatore di bonifici che deve limitarsi a pagare in tempo. È una persona con i suoi dubbi, le sue paure e le incertezze. Tutti aspetti da sciogliere sia in fase di conoscenza iniziale, sia quando si interagisce durante il lavoro per finalizzare quanto realizzato.
Le persone non sono sempre facili, in generale e ancora di più quando devono interagire con chi, con le parole, tramite un video o sui social, deve raccontare il loro lavoro. Questo è un altro motivo per cui scrivere per professione non è bellissimo.
Come aggiro il piccolo ostacolo? Cercando sempre, se posso, di conoscere anche solo telefonicamente le persone per le quali devo scrivere dei testi.
Lavoro sia da sola sia con un team che copre altri aspetti della comunicazione online, ma mi piace sempre andare a fondo e capire chi c’è dietro al progetto. Quindi sì, se mi vuoi scegliere per i testi del tuo blog o del tuo sito sappi che non mi basta una mail volante. Ho bisogno di conoscerti, di parlarti anche per minuti e minuti per capire chi sei, dove vuoi andare e quali sono i tuoi obiettivi.
Il tempo è tiranno
Il tempo è tiranno e tra piani editoriali, ricerca di spunti per il blog e cura dei social (io mi concentro solo su Facebook ed è già tanto) passa in fretta. Quando è poco sparisce anche il piacere dell’atto stesso della scrittura. Come ottimizzarlo? Personalmente non amo molto la decantata tecnica del pomodoro (qui una guida efficace step by step), perché prevede pause troppo brevi. Preferisco lavorare anche un’ora di filato e poi sciogliermi con un po’ di stretching, per togliere rigidità sia al corpo sia alla mente.
Scrivere non è affatto un lavoro bellissimo, ma cerco di renderlo tale ogni giorno cercando di superare strategicamente gli ostacoli che mi trovo davanti. E tu? Come affronti quelli che incontri nella tua professione?
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