Questo blog è stato colpito ufficialmente dalla sindrome del calzolaio con le scarpe rotte. Non scrivo da diversi mesi, nonostante i buoni propositi dell’inizio dell’anno. Non scrivo su queste pagine, ma ho lavorato tantissimo, vedendo iniziare e crescere nuove collaborazioni che mi stanno regalando molte soddisfazioni.
Soprattutto, in questi mesi ho vissuto un percorso medico – del quale non sono ancora pronta a parlare qui – che mi ha sì portato via tante ore, permettendomi però di sviluppare una dote che mi mancava: la pazienza. Si tratta di una qualità sulla quale devo ancora lavorare tanto non solo a livello personale, ma anche dal punto di vista professionale.
Imparare a toccarla con mano durante le ore passate nella sala d’attesa dell’ospedale mi ha permesso di capire per esempio che non c’è niente di male nel prendermi un po’ di tempo prima di rispondere al commento di un utente sulle pagine Facebook che gestisco. Trattandosi di attività legate al mondo medico, le parole devono essere studiate e limate nel migliore dei modi e sì, ci vuole tempo. Non sempre rispondere di fretta mentre sto scendendo dal treno è la scelta giusta!
Tutti i lati della pazienza
Questa lunga pausa dal blog è nata e cresciuta in concomitanza con il periodo che ho scelto di dedicare alla seconda psicoterapia della mia vita (qui ho parlato di quello che mi ha dato la prima). Ho ripreso in mano un percorso interrotto a gennaio 2018 e, con l’aiuto di un ottimo professionista scelto di pancia con il solo criterio di trovare un terapeuta vicino a casa, mi sono resa conto di aver usato il lavoro come sipario per coprire numerose paure radicate.
Il risultato? Arrivare a un passo dalla linea della dipendenza, macinando parole “tanto per” e prendendo a carico progetti che sapevo già non mi avrebbero dato nulla. Per la prima volta dopo 3 anni ho dovuto fare pulizia nel mio universo professionale e questo ha voluto dire per forza di cose una pausa dal blog. Ho deciso di non forzare e di gustarmi con pazienza l’attesa del momento in cui sarei tornata operativa.
Durante quello che considero un tempo di crescita, ho avuto modo di venire a conoscenza degli ottimi posizionamenti ottenuti da questo sito. Questo non mi ha però portata a dire “Ok, scrivo un post perché altrimenti perdo quanto ottenuto in questi anni (sneza investire budget)”. Ho aspettato e sono felice di averlo fatto.
Conclusioni
Vivo di parole, con le parole pago le bollette e non solo. Negli ultimi mesi, le stavo scrivendo solo per ragioni di fatturato e non più per ragioni di cuore. Entrare a contatto con la sindrome del calzolaio con le scarpe rotte mi ha fatto capire quanto invece contino e che non c’è niente di male a fermarsi un attimo per attenderle quando ci si sente stanchi e un po’ ammaccati.
Scrivi un commento