Voglio iniziare agosto con un post un po’ diverso dal solito, un ritorno ai focus sulle lezioni che mi capita di ricavare, da quanto mi capita ogni giorno, e che si rivelano utili al miglioramento del mio approccio al lavoro.

Nei giorni scorsi, mi è capitato di venire a sapere che un cliente si era lamentato di un contenuto tecnico, formalmente corretto, inerente la tematica delle mestruazioni dolorose in quanto, a suo avviso, sembrava scritto da un uomo.

Piccolo appunto: in passato ho effettivamente avuto a che fare con la suddetta problematica che, per fortuna, non fa più parte della mia vita da un po’ (mi ha reso, per diverso tempo, difficile lavorare nei giorni del flusso e a dir poco ostica la sopportazione delle giornate estive).

Scrivendo il contenuto sopra menzionato sono di fatto riuscita a sparire, a sfrondare i rami dell’emozione e dei ricordi per focalizzarmi unicamente sugli aspetti tecnici.

Si tratta di un obiettivo utile? Dipende! Da cosa? Dallo scopo del contenuto. Nel caso oggetto di queste righe, si trattava di un post scritto per una campagna di link building dedicata a una farmacia online. In questi frangenti, in cui bisogna sì scrivere per le persone e non solo per i motori di ricerca, ma anche ricordare che il primo fine del contenuto non è quello di vendere, di andare a fare leva su un pain point di chi legge.

La sparizione dell’autore può quindi avere un senso. Nei frangenti in cui l’obiettivo è la vendita o, ancora prima, ottenere un contatto per presentare i prodotti e i servizi, il discorso cambia. Anche nel B2B, è essenziale puntare all’umanità del contenuto. Ciò è possibile, per esempio, raccontando qualche aneddoto relativo alla propria esperienza con una determinata tipologia di interlocutore aziendale.

Brief in cui sono venute fuori battute ironiche o momenti commoventi, clienti difficili da accontentare o che, con le loro richieste, hanno rivoluzionato l’azienda portando alla creazione di un nuovo prodotto o un nuovo servizio: sono numerosi i ganci che si possono utilizzare per non sparire nel contenuto testuale, sia esso una mail di una campagna di e-mail marketing o un blog post, e rendere la vendita un viaggio all’insegna dell’autenticità.

Come raccontarsi senza metterci (troppo) la faccia

Quando si decide di non sparire in un contenuto e di raccontarsi, può capitare di avere paura di metterci troppo la faccia, di puntare i riflettori su aspetti della propria vita, professionale o privata, che non si ha voglia di palesare completamente. In questi frangenti, ci si può dedicare a una sessione, quindici minuti massimo, di scrittura libera, in modo da lasciare andare tutte le emozioni che, eventualmente, possono appesantire il testo. 

Hai trovato utili questi consigli? Puoi dirmi la tua nei commenti o, se hai bisogno di aiuto per i testi del tuo business, contattarmi qui.